Requisiti per accedere ai bonus casa 2026 tra ristrutturazioni e risparmio energetico

Requisiti per accedere ai bonus casa 2026 tra ristrutturazioni e risparmio energetico

Franco Vallesi

Dicembre 28, 2025

Facendo un salto al 2026, il quadro delle agevolazioni fiscali per lavori edilizi e risparmio energetico si presenta con novità e conferme. Alcune misure – ormai familiari da anni – continueranno a funzionare come prima; altre, invece, diranno addio, lasciando spazio a nuovi equilibri. Se avete tra le mani l’idea di intervenire su case o appartamenti, è bene sapere che il Bonus Ristrutturazioni e l’Ecobonus manterranno l’aliquota invariata rispetto al passato. Ma attenzione: non tutti gli incentivi restano immutati, e qualche strumento subirà mutamenti o scadenze precise. Per chi opera nel settore, capire dove convenga investire è ormai un esercizio da fare con cura.

Guardando la nuova Legge di Bilancio, si nota subito che il tetto di spesa per il Bonus Casa resta bloccato a 96.000 euro per singola unità immobiliare. Nessuna modifica nelle modalità di accesso, quindi. Sul fronte energia, invece, la varietà di incentivi rimane ampia e con soglie diverse, a seconda della natura tecnica degli interventi. Tra gli strumenti che sono stati prorogati spiccano il Sismabonus e il Bonus Mobili ed Elettrodomestici: quest’ultimo pensato per chi completa le opere con pezzi d’arredo e dispositivi efficienti. Un dettaglio da non sottovalutare riguarda la possibile sospensione del Bonus Barriere Architettoniche, che – per ora – non è stato incluso tra le proroghe. Un colpo duro per molte famiglie e proprietari attenti all’accessibilità.

Come si evolvono gli incentivi per ristrutturazioni e risparmio energetico

Se parliamo di ristrutturazioni, il Bonus Ristrutturazioni resta uno dei più gettonati. Le spese documentate per manutenzioni straordinarie, restauri o recuperi conservativi – anche in condomini sulle parti comuni – rientrano nella detrazione. Chi abita in città lo sa bene: spesso la casa ha bisogno di una sistemata che garantisca durata e un valore maggiore nel tempo. Per il 2026, la proroga mantiene il 50% di aliquota per la prima casa, sempre con il limite di spesa di 96.000 euro. Dal 2027, però, si prevede una riduzione a un 36%, tenendo il tetto fisso. Da sottolineare poi che anche operazioni come dare una rinfrescata alle pareti o sostituire pavimenti nelle zone comuni – se motivate da un intervento più ampio – rientrano nell’agevolazione.

Requisiti per accedere ai bonus casa 2026 tra ristrutturazioni e risparmio energetico
Un ambiente disabitato e in disfacimento, con una porta a terra, evoca la necessità di una ristrutturazione. – esseessecostruzioni.it

Chi possiede seconde case o immobili da affittare, invece, potrà ancora godere di una detrazione al 36% fino a fine 2026; poi, dal 2027, questa scenderà al 30%. Infine, dal 2028 si approderà a un’aliquota unica del 30% per tutti i tipi di immobili. Alcuni professionisti hanno fatto notare come, se da un lato la semplificazione è benvenuta, dall’altro potrebbe ridurre i vantaggi per chi mette mano alla prima abitazione. Chi vive in centri urbani – dalle parti di Milano o Torino – segue con interesse questi cambiamenti, perché incideranno sulle decisioni di fare lavori o no.

Il Bonus Mobili mantiene invece la detrazione al 50% per l’acquisto di nuovi arredi e grandi elettrodomestici ad alta efficienza, sempre che si tratti di interventi di ristrutturazione in corso. Il tetto è di 5.000 euro e include oggetti come cucine, armadi e letti, con una scala energetica da seguire: ad esempio, si parte dalla classe A per forni, fino alla classe F per frigoriferi o congelatori. Questo aiuto a volte passa in secondo piano, ma è una carta importante per chi vuole dare aria nuova alla casa – sia in termini di funzionalità che di stile.

Cosa resta delle agevolazioni più rilevanti nel 2026: superbonus e sismabonus

Guardando al Superbonus, la notizia è che nel 2026 sparirà quasi del tutto dal panorama delle agevolazioni. Un pezzo di storia degli ultimi anni, che ha sostenuto massicciamente la riqualificazione energetica e strutturale, non sarà più utilizzabile salvo per pochi casi particolari. Nel dettaglio, resterà accessibile solo per immobili in aree del centro Italia a rischio sismico elevato, e solo se i progetti sono stati presentati entro il 30 marzo 2024. Cambia quindi la strategia per tanti proprietari e imprese edili, che dovranno cercare altre strade per portare avanti i loro lavori.

Al contrario, il Sismabonus rimarrà attivo per tutto il 2026, senza variazioni nelle modalità e negli importi. È valido per interventi che mirano a migliorare la sicurezza antisismica nelle zone a rischio, e copre anche spese legate a classificazione sismica e verifiche tecniche – spesso passaggi da non sottovalutare. Il bonus spetta sia a persone fisiche sia a imprese, se sono proprietari o titolari di diritti reali sull’immobile. I limiti di spesa? Rimangono 96.000 euro per singola unità, che salgono a 136.000 euro per lavori sulle parti comuni condominiali.

Un dato che conta: per i principali incentivi, la detrazione si distribuisce in 10 quote annuali uguali, un modo – diciamo – per ammortizzare il vantaggio fiscale nel tempo. Però, questo richiede una certa attenzione nella gestione dei lavori e delle dichiarazioni dei redditi. Nei grandi centri e nel Nord Italia, questi strumenti continuano a stimolare chi vuole puntare a efficienza e sicurezza: elementi ormai imprescindibili, se si vuole tutelare un patrimonio immobiliare che deve – per forza – guardare avanti a lungo termine.

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