La lavatrice, uno degli elettrodomestici più presenti nelle case degli italiani, spesso viene usata senza pensarci più di tanto. Ma pulirla dentro? Beh, quello è un capitolo a parte, spesso trascurato. Residui di detersivo, fibre di stoffa, e l’umidità che ristagna: un mix perfetto per muffe e batteri, che non solo rovinano la macchina, ma rovinano anche il nostro bucato. Curioso, no? Un dettaglio che alla fine impatta sul funzionamento e sulla durata del dispositivo.
Nei centri urbani, dove la lavatrice gira più di frequente, il rischio d’incrostazioni è concreto. Sporcizia accumulata vuol dire cattivi odori e, quasi senza accorgersene, aumenti dei consumi energetici – e qui, le bollette lo confermano. La manutenzione, insomma, non è un lusso: serve per vestiti più puliti e per far lavorare bene la macchina, evitando guasti e spese inattese.
Per pulirla bene, servono gli “attrezzi” giusti: panni in microfibra e spazzole a setole morbide, ideali per accedere alle zone più ostiche senza graffiare. Poi, i prodotti naturali – un must – come l’aceto bianco e il bicarbonato di sodio. Questi due insieme? Una bomba contro sporco e batteri, rispettando anche l’ambiente. Il bicarbonato, con il suo leggero potere abrasivo e disinfettante, si sposa con l’aceto, che scioglie calcare e residui. Usare una bacinella per non sprecare acqua è un piccolo accorgimento che aiuta a tenere tutto in ordine. Sì, ci vuole un poco di pazienza, ma i benefici in pulizia e funzionalità si vedono subito.
Pulizia del cestello e guarnizione: i luoghi nascosti dello sporco
Se pensiamo al cestello, la parte che gira durante il lavaggio, spesso è proprio lì che si nasconde lo sporco più fastidioso. Residui e detersivo si depositano e creano terreno fertile per muffe e batteri. La soluzione? Un ciclo a vuoto, con acqua calda e un litro di aceto bianco versato nel cassettino del detersivo. Banale – ma efficace. Dopo, si passa un panno – uno di microfibra, ben bagnato – sulle pareti del cestello, con un’attenzione particolare alle zone meno visibili, che sono anche le più insidiose. Chi abita in zone umide o poco ventilate, magari dalle parti di Genova, sa bene di cosa parlo.

Non si può trascurare nemmeno la guarnizione in gomma che fa da cornice all’oblò. Quella zona raccoglie residui di sporco, capelli e persino muffa, che col tempo provocano odori poco piacevoli o problemi più seri. Sollevare delicatamente la guarnizione e passarci un panno umido aiuta a rimuovere tutto. Per le macchie più coriacee, una pasta fatta con bicarbonato e un po’ d’acqua fa miracoli, senza rischi per la gomma. Insomma, pulire regolarmente qui non è una perdita di tempo ma un investimento per la durata della lavatrice (e la tranquillità nostra).
Filtri e cassetto detersivo: attenzione ai dettagli che cambiano l’efficienza
Il filtro, quel piccolo elemento nascosto spesso nella parte bassa anteriore, svolge una funzione che direi chiave: bloccare lanugine, pelucchi e altri detriti che altrimenti intaserebbero la macchina. Se si intasa, la lavatrice non solo perde efficacia, ma consuma pure di più. La pulizia sotto acqua corrente è semplice, ma se serve, una spazzola a setole morbide aiuta a togliere residui più ostinati senza fare danni.
Con l’arrivo dei mesi freddi, un problema frequente riguarda il cassetto del detersivo. Se resta sporco, accumula residui che bloccano la fuoriuscita del detersivo e degli altri prodotti durante il lavaggio. Rimuoverlo e pulirlo con acqua calda e aceto, aiutandosi con una spazzola, è una buona abitudine per evitare intasamenti da non sottovalutare. Asciugarlo a fondo prima di rimetterlo al suo posto serve anche a prevenire ristagni d’umidità e muffe davvero fastidiose.
Curiosamente, molte famiglie ormai lasciano lo sportello aperto dopo ogni ciclo, così l’aria entra e l’umidità interna cala inevitabilmente. Cosa si ottiene? Bucato più profumato e lavatrice più sana. Un ciclo di pulizia profonda, con prodotti specifici, va ripetuto a intervalli regolari – diciamo ogni pochi mesi – per mantenere tutto in ordine. Cambiare le guarnizioni usurate, quando serve, chiude il quadro di una manutenzione che si rivela all’atto pratico quasi una routine per chi non vuole pensieri.
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