I costi dell’energia, sempre più alti, stanno mettendo in difficoltà sia le famiglie sia le imprese italiane. Negli ultimi tempi il governo si muove verso un nuovo decreto previsto per il 2026, puntando a dare un po’ di respiro a chi soffre di più. Al centro del provvedimento c’è il bonus bollette, che resta un aiuto importante, anche se per il prossimo anno cambierà in alcune parti.
Il testo del decreto, ancora da definire, riflette bene il periodo complicato, con tante difficoltà a offrire un sostegno adeguato in una situazione socio-economica molto mobile. L’approvazione potrebbe slittare fino ai primi mesi del 2026, complice la gestione di emergenze nazionali e la necessità di mantenere l’equilibrio di bilancio. Nel frattempo, enti e amministrazioni locali si stanno preparando per adeguarsi alle nuove regole in arrivo, dedicando particolare attenzione alle famiglie con redditi bassi e alle aziende con grandi consumi energetici.
Le sfide climatiche e sociali aggiungono un altro livello di complessità, influenzando la distribuzione dell’energia e il modo in cui si amministrano le risorse disponibili. Chi abita in città lo avverte senza mezzi termini: le bollette restano un peso, e trovare risposte condivise diventa urgente. Nel quadro attuale, il decreto potrebbe segnare un passo avanti, però tanti dettagli sulle misure e la reattività del sistema nazionale risultano ancora poco chiari.
Le novità sul bonus bollette per le famiglie più vulnerabili
Il nodo principale del decreto riguarda la continuità degli aiuti per le famiglie in difficoltà, con una proroga al 2026 del bonus sociale elettrico. Rispetto all’anno passato, però, alcune modifiche pesano: sparisce l’extra bonus da 200 euro, che aveva dato respiro a molti, mentre fa capolino un contributo straordinario di 55 euro per ogni nucleo familiare che ne ha diritto, accreditato direttamente in bolletta. Non serve fare nuove richieste, quindi – che semplificazione –, ma il sostegno diventa uguale per tutti, fissato a questa cifra.

Interessate sono circa 4,5 milioni di famiglie con redditi più bassi, e il fondo per finanziare la misura arriva dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA), con poco meno di 250 milioni di euro disponibili. Il punto chiave è frenare la crescita della spesa causata dalla componente “materia energia”, ovvero la parte della bolletta più soggetta alle oscillazioni di mercato. Un dettaglio importante: 55 euro potrebbero non bastare a coprire del tutto l’aumento, specie per chi vive in difficoltà durature.
Il decreto affida la definizione dei criteri di accesso all’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA), rivolgendosi soprattutto a chi ha un ISEE sotto soglie ben precise. Restano però dubbi sul destino delle fasce borderline e sulle nuove emergenze sociali che potrebbero spuntare durante l’anno. Chi vive in periferia o in condizioni precarie attende risposte più puntuali, cosa che conferma quanto non sia facile trovare un equilibrio soddisfacente.
Interventi per le imprese e misure sul fronte energetico
Non soltanto le famiglie sono coinvolte: tra le altre misure appaiono aiuti rivolti alle utenze non domestiche, in particolare micro e piccole imprese con bassa tensione. Questi soggetti pagano il prezzo più alto per l’aumento e per la pressione sulla rete elettrica, specie con l’aumento del numero di data center, che consumano tantissima energia.
Per alleggerire la situazione c’è una agevolazione sulla componente ASOS della bolletta: arriva in automatico e si adatta alle indicazioni date dall’ARERA. Anche questa voce di spesa sarà coperta dalla CSEA, con il fine di ridurre i costi fissi legati alla rete. A corredo, si prevede di mettere in campo azioni tecniche per migliorare l’efficienza energetica del sistema, con l’idea di limitare rischi di blackout e garantire continuità ai servizi essenziali.
Il gas, invece: qui si confermano sconti sui costi di trasporto per le aziende ad alto consumo, con un taglio stimato intorno a 2,5 euro per MWh. È una misura tecnica, ma che può fare la differenza per chi usa grandi quantità di combustibile e deve fare i conti con prezzi altalenanti e imprevedibili.
Le azioni messe in campo raccontano uno sforzo per bilanciare la necessità di tenere sotto controllo la spesa pubblica e quella di offrire aiuti concreti, soprattutto alle categorie più esposte all’aumento dei prezzi. Chi lavora in piccole attività produttive o abita in zone dove la rete elettrica è fragile sa bene quanto la sfida sia reale, tra pressioni economiche e mercati che cambiano rapido.
Insomma, pure se il decreto Energia 2026 propone misure tangibili per famiglie e imprese, restano perplessità sull’efficacia pratica: tante domande rimangono aperte, e molti operatori tengono gli occhi puntati sull’applicazione delle norme. Sarà un banco di prova importante, perché contenere i costi dell’energia e tutelare chi è più fragile resta una priorità anche per gli anni che verranno.
