L’inverno si avvicina, e con lui quel fastidioso rumore delle caldaie che si accendono nelle case italiane. Però questa abitudine potrebbe cambiare presto: una nuova norma sembra pronta a stravolgere le regole sui controlli periodici degli impianti di riscaldamento. Tecnici e cittadini ne parlano, perché si parla addirittura di eliminare le visite annuali in presenza per milioni di caldaie.
Le caldaie a gas sono ormai ovunque, in gran parte delle case del paese. Sono indispensabili sia per la sicurezza domestica sia per contenere i consumi. C’è però un rischio: le ispezioni dirette potrebbero sparire, sostituite da controlli solo sulla carta. Più di 20 milioni di impianti sotto i 70 kilowatt rischiano di evitare quel controllo fisico che, finora, ha garantito un certo controllo su guasti o problemi. Insomma, potrebbe essere un bel cambiamento, ma non senza qualche grattacapo.
Le nuove modalità di controllo e i rischi per gli impianti domestici
La bozza di decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dice che le caldaie sotto i 70 kW non saranno più controllate ogni anno con l’ispezione in loco. Al loro posto ci saranno verifiche a distanza, basate sui dati raccolti e sui contratti di fornitura del gas. Ma qui c’è la fregatura: nessuno potrà più guardare con i propri occhi come stanno gli apparecchi. Il controllo tecnico “dal vivo” serve a scovare usura o problemi che i dati non dicono.

Un campanello d’allarme riguarda circa 7 milioni di caldaie vecchie, con oltre 15 anni alle spalle. Per chi ha impianti così datati, la manutenzione resta un aspetto delicato, tra esigenze di sicurezza e di efficienza. Aggiungi che l’Unione Europea ha tolto il divieto di installare caldaie tradizionali nuove – uno spostamento che rallenta la transizione verso modelli più green. Insomma, la strada verso impianti più sostenibili si fa tortuosa.
Nei centri urbani – basta guardarsi intorno – gli effetti degli impianti non manutenuti si sentono: consumi alle stelle e aria di casa che, diciamo, non è proprio fresca. Esperti del settore segnalano come le verifiche a distanza non siano ancora una copertura affidabile al 100%. Qualche rischio di incidenti o spreco inutile resta sempre vivo.
Le preoccupazioni degli operatori e il problema della sicurezza digitale
Tra gli artigiani di Milano e Monza Brianza – due zone dove la manutenzione vale una fetta grossa del lavoro – la nuova idea di eliminare le visite sul posto ha tirato fuori più di una preoccupazione. Non solo per il lavoro che potrebbe calare, ma anche sul piano della sicurezza degli utenti, che resta la cosa più importante.
Il problema più grosso? Non c’è ancora una piattaforma digitale efficiente e integrata, capace di controllare in modo sistematico dati anagrafici, contratti e certificazioni tecniche. Senza un sistema così, mantenere alta l’attenzione sugli impianti diventa un caos. Si rischia, cioè, che la sicurezza si basi su dati incompleti o vecchi.
La rete digitale nelle città cresce, lentamente, ma il salto di qualità non è ancora fatto. Così, la nuova normativa mette in luce un gap evidente tra quel che si vorrebbe e la capacità reale di monitorare tutto sul territorio. Chi vive ogni giorno con una caldaia sa bene che la situazione lascia aperti parecchi dubbi. E allora, cosa succede davvero alla manutenzione e alla sicurezza di casa?
Insomma, si apre una fase di grande tensione, per chi ripara gli impianti e per chi li usa. L’idea di impianti controllati e affidabili dovrà vedersela con un modo nuovo di lavorare, che però non può perdere di vista la tutela minima. La sfida resta, e riguarda tutti. Punto.
