In Italia, il rilascio dei permessi di costruire sta per cambiare a causa di una nuova normativa che introduce il silenzio-assenso anche in presenza di vincoli ambientali e paesaggistici. Questo significa che, se non arriva un diniego motivato entro un termine specifico, la richiesta può considerarsi automaticamente approvata. Questo aggiornamento mira a semplificare e velocizzare l’iter amministrativo, una trasformazione attesa da professionisti e cittadini soprattutto nei territori dove i tempi di attesa condizionano la realizzazione di progetti edili e la crescita economica.
La riforma fa parte di una legge che intende snellire i processi legati alle attività economiche, con attenzione particolare all’edilizia. Le novità riguardano situazioni complesse in cui i vincoli legati all’assetto idrogeologico, ambientale, paesaggistico o culturale rappresentavano in passato un grosso ostacolo. Da ora, nel caso in cui siano già state ottenute autorizzazioni o nulla osta validi, il permesso potrà essere concesso automaticamente se non arriva alcun rifiuto entro tempi fissati dalle autorità competenti. Questo cambiamento ha effetti concreti sulla gestione amministrativa e sulla pianificazione urbanistica nelle diverse aree del Paese.
Comprendere quando e come scatta il silenzio-assenso è fondamentale per tecnici, imprese e amministratori coinvolti in progetti edilizi. Spesso la lentezza burocratica deriva proprio dall’incertezza sui tempi e le procedure da seguire in presenza di vincoli. La nuova normativa, eliminando alcune rigidità , offre la possibilità di ottenere risposte certe e rapide in determinati casi. Chi vive nelle città e segue i cantieri nota come questo possa ridurre considerevolmente le attese, influendo positivamente sulle tempistiche di realizzazione e sull’efficienza degli uffici pubblici.
Come cambia il procedimento per i permessi di costruire
Il fulcro della modifica riguarda l’articolo 20, comma 8, del Testo Unico dell’edilizia. Prima, il procedimento per ottenere il permesso prevedeva una proposta entro 60 giorni dalla presentazione della domanda e un provvedimento definitivo entro ulteriori 30 giorni. Se questi termini non venivano rispettati, scattava il silenzio-assenso, ma non in presenza di vincoli ambientali, paesaggistici o idrogeologici. Questo limite, fonte di numerosi ritardi, viene ora superato.

La nuova disposizione elimina l’impedimento che escludeva il silenzio-assenso per immobili sottoposti a specifici vincoli, a condizione che siano già in corso o esistano validi provvedimenti autorizzativi o nulla osta. In pratica, la domanda può essere considerata approvata se non arriva una risposta negativa entro termini stabiliti, anche nei casi che prima richiedevano tempi e verifiche supplementari. Questo comporta una maggiore snellezza senza rinunciare a un controllo efficace.
Va sottolineato, tuttavia, che la novità non abolisce i controlli o le valutazioni tecniche, ma ne ottimizza i tempi e le modalità . I professionisti del settore evidenziano come questa norma possa migliorare la gestione amministrativa, in particolare nelle zone dove i vincoli sono frequenti e hanno inciso negativamente sulle tempistiche. L’impatto sul lavoro degli uffici e sulla pianificazione urbana può essere significativo, fornendo una risposta più rapida alle esigenze del settore edile.
I vincoli e il ruolo della conferenza dei servizi
Un punto centrale è la funzione della conferenza dei servizi, già introdotta per coordinare gli enti coinvolti nelle decisioni amministrative. Per gli interventi soggetti a vincoli ambientali, culturali o idrogeologici, e in assenza di autorizzazioni valide, questo strumento resta fondamentale per acquisire tutti i pareri necessari evitando blocchi procedurali. Il silenzio-assenso non è quindi un’automatismo, ma condizionato a situazioni amministrative specifiche.
La legge chiarisce che il silenzio-assenso si applica solo se sono stati ottenuti i permessi e i nulla osta richiesti e questi risultano tuttora validi per il progetto. Altrimenti, continuerà a prevalere l’iter tramite conferenza dei servizi, con le relative fasi di verifica e controllo. Questo equilibrio è pensato per tutelare concretamente il patrimonio paesaggistico e ambientale, evitando rallentamenti non necessari quando esistono già autorizzazioni vigenti.
Per Comuni e Province, che gestiscono procedimenti complessi, la nuova regolamentazione può significare una gestione più efficace e coordinata. Chi opera quotidianamente in ambito urbano sa che poter accelerare autorizzazioni nel rispetto delle norme è una sfida importante. Il testo legislativo rappresenta quindi un tentativo di bilanciare efficienza amministrativa e salvaguardia normativa, una tematica centrale nel settore edilizio da molti anni.
Questa svolta si inserisce in un processo più ampio di digitalizzazione e semplificazione della pubblica amministrazione. Considerando che i ritardi burocratici incidono su tempi e costi delle costruzioni, estendere il silenzio-assenso a casi con vincoli è una novità rilevante. Resta fondamentale per tecnici e imprese monitorare l’applicazione pratica di questa norma nei prossimi mesi, per organizzare al meglio il lavoro e ridurre gli attriti burocratici che spesso bloccano la realizzazione delle opere.
