Nel corridoio di un edificio condominiale, la schermata digitale del cronotermostato segna numeri che non sempre corrispondono alla sensazione reale in casa: il salotto resta tiepido, la bolletta sale e qualcuno giura che alzare la manopola farà andare l’impianto più velocemente. È una pratica diffusa in molte abitazioni italiane: si confonde il ruolo del termostato con quello della caldaia, si mantiene una temperatura costante per comodità e si ignora la posizione fisica del dispositivo. Nella vita quotidiana questo porta a sprechi evidenti, mentre nelle città più fredde lo notano soprattutto chi vive ai piani alti o in appartamenti mal coibentati. Un dettaglio che molti sottovalutano: il controllo della temperatura è un sistema di comando, non di potenza, e impostazioni errate finiscono quasi sempre per aumentare il consumo senza migliorare il comfort.
Gli errori più comuni e perché costano
Uno degli errori più frequenti è pensare che impostare il termostato a valori molto alti faccia “arrivare” il caldo prima. Non funziona così: il termostato regola la temperatura ambiente, mentre la velocità con cui l’impianto produce calore dipende dalla potenza dell’impianto e dalla centralina della caldaia. Impostare 25 °C per raggiungere 20 °C genera solo surriscaldamento e spreco di energia, senza vantaggi tangibili. Intanto, chi tiene costante la temperatura 24 ore su 24 paga di più: mantenere il riscaldamento acceso quando la casa è vuota è una pratica ancora molto diffusa in diverse città italiane.

Un altro errore è la errata collocazione del dispositivo. Se il termostato è vicino a una fonte di calore, in pieno sole o esposto a correnti d’aria, il sensore legge dati fuorvianti e attiva o spegne il riscaldamento in modo improprio. Nella pratica, questo si traduce in cicli più lunghi e consumi maggiori. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno: i radiatori che si spengono apparentemente “da soli” mentre la casa resta fredda.
Infine, la mancata programmazione è un difetto diffuso: lasciare tutto manuale rinuncia a opportunità di risparmio. Risultato? Ore di funzionamento inutili e fatture più alte. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la differenza di temperatura tra stanze: riscaldare allo stesso modo zone poco usate è inefficiente.
Come impostare il termostato per risparmiare senza rinunciare al comfort
Per ottimizzare l’uso del termostato conviene adottare una programmazione semplice ma efficace: temperature più basse durante la notte e quando la casa è vuota, valori più alti nelle ore in cui la famiglia è presente. Nella pratica domestica, impostazioni tipo 19–20 °C nelle aree comuni e 16–18 °C nelle camere da letto sono spesso adeguate. Questo approccio non è solo teoria: in molte abitazioni italiane la programmazione porta a riduzioni tangibili dei consumi, soprattutto se abbinata a una buona coibentazione.
Se il dispositivo è dotato di funzionalità intelligenti, vale la pena sfruttarle: i modelli smart possono adattare gli orari in base alle abitudini, monitorare il consumo e segnalare anomalie. Non usare queste opzioni significa perdere un’opportunità concreta di gestione energetica. Un dettaglio che molti sottovalutano è l’integrazione con valvole termostatiche per singolo radiatore: regolare le stanze in modo differenziato migliora il comfort e limita gli sprechi.
Infine, non dimenticare la manutenzione: un impianto pulito e ben tarato lavora meglio e consuma meno. Controlli periodici e una verifica della caldaia riducono i guasti ed evitano cicli di lavoro più lunghi. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la perdita di efficienza causata da aria o detriti nei corpi scaldanti, che fa aumentare i consumi senza rendersi subito visibile.
Adattare gli spazi e guardare oltre il display
Non tutte le stanze richiedono la stessa temperatura. Un bagno può necessitare di qualche grado in più per ridurre l’umidità, mentre una camera da letto è confortevole anche a 16–18 °C. Adeguare il termostato alle specifiche esigenze degli ambienti evita sprechi e migliora la qualità dell’aria interna. In molti condomini italiani, per esempio, l’adozione di strategie diverse per zona giorno e zona notte ha mostrato benefici evidenti nelle bollette.
Un altro suggerimento pratico è la scelta della posizione: montare il termostato lontano da fonti di calore e non in corridoi soggetti a flussi d’aria evita letture errate. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è l’effetto delle dispersioni termiche attraverso serramenti vecchi o pareti poco isolate; correggere questi elementi spesso ha un impatto maggiore sul consumo rispetto a piccoli aggiustamenti della temperatura.
Usare correttamente il termostato vuol dire trasformare un semplice pannello in un alleato concreto per il risparmio e per il comfort. Chi in questi mesi si prende il tempo per programmare, posizionare e mantenere l’impianto noterà non solo bollette più basse, ma anche un ambiente domestico più stabile: un risultato che molte famiglie italiane hanno già iniziato a osservare.
