Termostato in inverno: i 2 gesti comuni che svuotano il portafoglio (e cosa fare davvero)

Termostato in inverno: i 2 gesti comuni che svuotano il portafoglio (e cosa fare davvero)

Franco Vallesi

Dicembre 3, 2025

Nel corridoio di un edificio condominiale, la schermata digitale del cronotermostato segna numeri che non sempre corrispondono alla sensazione reale in casa: il salotto resta tiepido, la bolletta sale e qualcuno giura che alzare la manopola farà andare l’impianto più velocemente. È una pratica diffusa in molte abitazioni italiane: si confonde il ruolo del termostato con quello della caldaia, si mantiene una temperatura costante per comodità e si ignora la posizione fisica del dispositivo. Nella vita quotidiana questo porta a sprechi evidenti, mentre nelle città più fredde lo notano soprattutto chi vive ai piani alti o in appartamenti mal coibentati. Un dettaglio che molti sottovalutano: il controllo della temperatura è un sistema di comando, non di potenza, e impostazioni errate finiscono quasi sempre per aumentare il consumo senza migliorare il comfort.

Gli errori più comuni e perché costano

Uno degli errori più frequenti è pensare che impostare il termostato a valori molto alti faccia “arrivare” il caldo prima. Non funziona così: il termostato regola la temperatura ambiente, mentre la velocità con cui l’impianto produce calore dipende dalla potenza dell’impianto e dalla centralina della caldaia. Impostare 25 °C per raggiungere 20 °C genera solo surriscaldamento e spreco di energia, senza vantaggi tangibili. Intanto, chi tiene costante la temperatura 24 ore su 24 paga di più: mantenere il riscaldamento acceso quando la casa è vuota è una pratica ancora molto diffusa in diverse città italiane.

Termostato in inverno: i 2 gesti comuni che svuotano il portafoglio (e cosa fare davvero)
Banconote da 50 euro e una valvola termostatica, simboleggiano i costi del riscaldamento e l’importanza del termostato. – esseessecostruzioni.it

Un altro errore è la errata collocazione del dispositivo. Se il termostato è vicino a una fonte di calore, in pieno sole o esposto a correnti d’aria, il sensore legge dati fuorvianti e attiva o spegne il riscaldamento in modo improprio. Nella pratica, questo si traduce in cicli più lunghi e consumi maggiori. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno: i radiatori che si spengono apparentemente “da soli” mentre la casa resta fredda.

Infine, la mancata programmazione è un difetto diffuso: lasciare tutto manuale rinuncia a opportunità di risparmio. Risultato? Ore di funzionamento inutili e fatture più alte. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la differenza di temperatura tra stanze: riscaldare allo stesso modo zone poco usate è inefficiente.

Come impostare il termostato per risparmiare senza rinunciare al comfort

Per ottimizzare l’uso del termostato conviene adottare una programmazione semplice ma efficace: temperature più basse durante la notte e quando la casa è vuota, valori più alti nelle ore in cui la famiglia è presente. Nella pratica domestica, impostazioni tipo 19–20 °C nelle aree comuni e 16–18 °C nelle camere da letto sono spesso adeguate. Questo approccio non è solo teoria: in molte abitazioni italiane la programmazione porta a riduzioni tangibili dei consumi, soprattutto se abbinata a una buona coibentazione.

Se il dispositivo è dotato di funzionalità intelligenti, vale la pena sfruttarle: i modelli smart possono adattare gli orari in base alle abitudini, monitorare il consumo e segnalare anomalie. Non usare queste opzioni significa perdere un’opportunità concreta di gestione energetica. Un dettaglio che molti sottovalutano è l’integrazione con valvole termostatiche per singolo radiatore: regolare le stanze in modo differenziato migliora il comfort e limita gli sprechi.

Infine, non dimenticare la manutenzione: un impianto pulito e ben tarato lavora meglio e consuma meno. Controlli periodici e una verifica della caldaia riducono i guasti ed evitano cicli di lavoro più lunghi. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la perdita di efficienza causata da aria o detriti nei corpi scaldanti, che fa aumentare i consumi senza rendersi subito visibile.

Adattare gli spazi e guardare oltre il display

Non tutte le stanze richiedono la stessa temperatura. Un bagno può necessitare di qualche grado in più per ridurre l’umidità, mentre una camera da letto è confortevole anche a 16–18 °C. Adeguare il termostato alle specifiche esigenze degli ambienti evita sprechi e migliora la qualità dell’aria interna. In molti condomini italiani, per esempio, l’adozione di strategie diverse per zona giorno e zona notte ha mostrato benefici evidenti nelle bollette.

Un altro suggerimento pratico è la scelta della posizione: montare il termostato lontano da fonti di calore e non in corridoi soggetti a flussi d’aria evita letture errate. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è l’effetto delle dispersioni termiche attraverso serramenti vecchi o pareti poco isolate; correggere questi elementi spesso ha un impatto maggiore sul consumo rispetto a piccoli aggiustamenti della temperatura.

Usare correttamente il termostato vuol dire trasformare un semplice pannello in un alleato concreto per il risparmio e per il comfort. Chi in questi mesi si prende il tempo per programmare, posizionare e mantenere l’impianto noterà non solo bollette più basse, ma anche un ambiente domestico più stabile: un risultato che molte famiglie italiane hanno già iniziato a osservare.

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